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Culbianco ed Erica in fiore, Parco Nazionale del Peak District, Inghilterra (© Ben Hall/Nature Picture Library)

La Cittadella di Bonifacio, Corsica, Francia (© Marc Dozier/Getty Images)

Strati di flysch a Zumaia, Paesi Baschi, Spagna (© Eloi_Omella/Getty Images)

Lago Avalanche sulle Adirondack High Peaks, New York, USA (© Posnov/Getty Images)

Faro di Lyngvig, Hvide Sande, Danimarca (© Caroline Brundle Bugge/Getty Images)

Alveari colorati, Italia (© Roberto Caucino/Shutterstock)

Buon Ferragosto dalla Sardegna! Il 15 agosto, l’isola si accende di colori, tradizioni e sorrisi. Nell’Arcipelago di La Maddalena, la festa prende vita tra escursioni in barca, tuffi in acque cristalline e aperitivi al tramonto. È il giorno in cui la natura selvaggia incontra la convivialità, tra picnic in spiaggia, musica sotto le stelle, fuochi d’artificio che illuminano il granito e il mare, e risate che si rincorrono fino a notte fonda. Ferragosto qui non è solo una ricorrenza: è un rituale estivo che celebra la bellezza del Mediterraneo in tutta la sua autenticità.

Pensate alla Svizzera e subito immaginate cime innevate, silenzi ovattati e panorami invernali da cartolina. Ma Piz Nair vi aspetta anche d’estate, fiero e vigile, sopra la valle dell’Engadina. Con i suoi 3.056 metri, questa montagna delle Alpi dell'Albula scruta le valli come un guardiano silenzioso. Vi lasciate alle spalle il rumore e vi immergete nel silenzio dei pendii, tra profumi d’erba e cielo limpido. Si cammina, si respira, si sta in pace. E se la fatica comincia a farsi sentire, là in alto vi aspetta una sala tutta di vetro, sospesa nell’azzurro. Il paesaggio non è solo da ammirare: entra con voi, vi circonda e accompagna ogni pausa come un respiro lento.

Nel cuore della Val di Funes, in Trentino-Alto Adige, il piccolo borgo di Santa Maddalena si presenta come un angolo incantato, dove la natura alpina e le radici ladine convivono in perfetta armonia. La chiesetta di Santa Maddalena, con il suo campanile aguzzo, è una vera icona, quasi il logo non ufficiale delle Dolomiti, ritratta in innumerevoli fotografie, calendari e copertine. Qui non si viene per il glamour o la movida, ma per il silenzio che profuma di legno e di pascolo.

Giganti buoni, custodi della savana e della memoria, gli elefanti ci ricordano ogni anno la forza gentile della natura. Il 12 agosto celebriamo la "Giornata Mondiale dell’Elefante", un movimento globale che vuole ricordarci la grandezza di questi animali straordinari, come quelli che vivono nel Parco Nazionale di Amboseli, in Kenya. Più che per la stazza, gli elefanti sorprendono per la mente: le matriarche ricordano dove si trovano le fonti d’acqua anche dopo decenni e guidano il branco con antica saggezza. I legami che li uniscono sono profondi: vivono in famiglie unite, piangono i loro morti e si confortano nei momenti di difficoltà.

In Val d’Orcia, dove le colline si piegano lente al passo del tempo, la notte dell’11 agosto si accende di attesa e di desideri. Sotto la Via Lattea, che disegna sentieri luminosi nel cielo, la terra resta immobile, come in ascolto. È la notte di San Lorenzo, martire cristiano, celebrato in questi giorni, che secondo la tradizione fu arso sulla graticola il 10 agosto del 258 d.C. Da allora, le stelle cadenti che solcano i cieli in questo periodo vengono chiamate "lacrime di San Lorenzo", scintille di un’antica memoria che incontra ogni anno nuovi desideri.

Con un ruggito che riecheggia attraverso le pianure, i leoni hanno da sempre affascinato l’immaginazione umana. Il 10 agosto, in occasione della "Giornata Mondiale del Leone", siamo invitati a celebrare questi iconici felini e a sensibilizzare sull’allarmante calo della loro popolazione; sull’urgenza della loro conservazione. Tra i luoghi ideali per avvistarli in libertà c’è la Riserva del Masai Mara, in Kenya, dove vivono circa 900 esemplari. La riserva è un modello di tutela guidata dalle comunità: i popoli Masai collaborano con gli ambientalisti per proteggere sia i leoni sia le proprie terre ancestrali, dimostrando che convivere è possibile e straordinariamente potente.

Ogni anno, il 9 agosto, le Nazioni Unite celebrano la "Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni", un invito ad ascoltare le loro storie e a riconoscere la saggezza di chi ha costruito un legame profondo con la terra attraverso generazioni. Uno degli esempi più suggestivi di questa eredità si trova in Nuova Zelanda. Scolpite nelle scogliere di Lake Taupō, le Ngātoroirangi Mine Bay Māori Rock Carvings emergono dal silenzio dell’acqua come un omaggio maestoso agli antenati Māori. Realizzate dall’artista Matahi Whakataka-Brightwell, queste figure imponenti sono raggiungibili solo via lago, segno di reverenza, resilienza e connessione con gli elementi.

Nessuna voce riesce a competere con il respiro possente delle Cascate dell'Iguazú. È un canto selvaggio che vibra nell’aria, una sinfonia naturale che rapisce i sensi. Ma non è soltanto il suono: la presenza di questo gigante d'acqua è pura meraviglia, mentre abbraccia il confine tra Argentina e Brasile. Questo immenso sistema di cascate si estende per quasi tre chilometri, con oltre 270 salti d’acqua che danzano e scintillano nel velo della nebbia. L’immagine di oggi ritrae un angolo incantato del versante argentino: le cascate dei Tre Moschettieri, tre torrenti impetuosi che si gettano insieme nel fiume Iguazú, incorniciati dalla lussureggiante foresta pluviale subtropicale. Curiosamente, pur trovandosi sul territorio argentino, queste cascate sono visibili soltanto dal lato brasiliano.

Sulla costa di Gasparilla Island, nello stato americano della Florida, il Rear Range Light resiste come una sentinella del tempo. Assemblato in Delaware e giunto qui nel 1927, ha attraversato tempeste e silenzi. Disattivato dalla Guardia Costiera nel 2014, è stato restaurato con cura e ha riacceso la sua luce nel 2018: una pulsazione bianca ogni sei secondi, come il battito lento di una memoria che non vuole svanire. Più che una struttura, è un frammento di storia che veglia sul mare e su chi lo attraversa.

Sospesa tra cielo e mare, la ruota di Rimini gira lenta, come se il tempo potesse fermarsi nel cuore dell’estate. Dall’alto, la costa si stende come un respiro caldo, i colori si sfumano nel sale e ogni cabina diventa un punto d’osservazione sul piacere di vivere. Sotto di essa, la sabbia accoglie passi scalzi, risate infantili e sogni al sole. Il vento profuma di salsedine, brezza leggera e spensieratezza estiva. Ogni giro della ruota è un invito al relax, alla quiete che si trova solo in agosto, quando tutto sembra vibrare di luce.

Sulla costa pacifica degli Stati Uniti, a La Jolla, California, il mare si ritira come se volesse svelarvi un segreto. Tra le rocce scolpite dall’erosione, l’acqua rimasta crea piccoli mondi liquidi, sospesi tra luce e respiro. Vicino a Windansea Beach, Shell Beach, South Casa Beach e Hospital Point, le pozze di marea diventano specchi viventi, dove si muovono lepri di mare, stelle marine fragili e altre presenze silenziose. Le onde, con pazienza millenaria, hanno modellato la costa fino a disegnare scrigni d’acqua. Due volte al giorno, la marea li riempie e svuota, e la vita al loro interno si adatta, resiste, danza. Nei mesi invernali, quando la bassa marea arriva in pieno giorno, potete osservare queste meraviglie con i vostri occhi. Siate ospiti rispettosi: guardate, fotografate, stupitevi… ma non disturbate. Qui, il mare si racconta, e l’ascolto è gratuito.

Una spirale scintillante d’argento danza nelle acque limpide di Shark Reef. I barracuda pinna nera, snelli e affusolati, si muovono con grazia millimetrica, disegnando cerchi perfetti sotto il sole che filtra tra le onde. Le strisce a V sul loro dorso brillano come segni incisi nel metallo vivo, mentre la formazione compatta pulsa in una coreografia antica, dettata dall’istinto e dall’armonia della natura. Nell’azzurro profondo del Parco Nazionale di Ras Mohammed, il silenzio abbraccia questa danza marina, trasformandola in uno spettacolo ipnotico di luce e movimento.

Vivaci e luminosi, i girasoli conquistano api, uccelli e chiunque incroci il loro sguardo dorato. Il loro nome scientifico, Helianthus, nasce dal greco: hḗlios (sole) e ánthos (fiore). Sono piante annuali, celebri per i grandi fiori simili a margherite e per il loro fascino, che sembra catturare la luce stessa. Esistono varietà in rosso, arancio e bordeaux, ma è il classico giallo con il cuore bruno a dominare i campi e l’immaginario.

C’è qualcosa di eterno in Capitol Reef, un luogo dove scogliere di roccia rossa, canyon tortuosi e storie millenarie si intrecciano sotto il cielo limpido del deserto dello Utah, negli Stati Uniti. Divenuto parco nazionale nel 1971, Capitol Reef invita alla contemplazione, non solo della sua geologia spettacolare, ma anche delle narrazioni ancestrali scolpite nel paesaggio. Molto prima che i visitatori ne esplorassero i sentieri, queste terre erano abitate dai popoli della cultura Fremont e dagli Ancestral Puebloans. Tra il 300 e il 1300 d.C., vivevano in rifugi naturali, intrecciando agricoltura, spiritualità e vita quotidiana. Di loro resta un’eredità visiva: petroglifi come quelli di Fruita, con figure umane ornate, animali e simboli astratti che raccontano cerimonie, migrazioni ed eventi celesti. Un archivio silenzioso, inciso nella pietra.

Ogni agosto, la capitale della Scozia, Edimburgo, diventa un palcoscenico. Dai seminterrati dei pub alle panchine dei parchi, gli spettacoli sbocciano persino nelle strade più silenziose. Benvenuti all’Edinburgh Festival Fringe. Nato da un gesto di ribellione nel 1947, oggi è il più grande festival artistico del mondo: un turbine di migliaia di show concentrati in tre settimane febbrili. La comicità regna sovrana, ma accanto a lei danzano teatro, danza, drag, musical, magia, circo e tutto ciò che sfugge a ogni definizione. Ci sono performance surreali, come monologhi recitati da dentro un frigorifero o adattamenti di Shakespeare in Klingon, momenti che trasformano il palco in pura invenzione.