L’autunno comincia piano, come un pensiero che si fa strada senza far rumore. Sul viale piemontese, gli alberi ancora verdi lasciano cadere le prime foglie, leggere come sospiri. È quel momento sospeso in cui l’estate non ha del tutto ceduto, ma l’autunno già s’insinua tra i rami, con la sua malinconia gentile. C’è una luce diversa, più obliqua, che accarezza le cose come se volesse trattenerle un po’ più a lungo. I passi si fanno più lenti, come se il paesaggio chiedesse silenzio. Cesare Pavese, che di queste terre conosceva ogni piega, scriveva: "Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori." E qui, i colori si fanno più tenui, più veri. Il verde si arrende al giallo, al rame, al silenzio. Camminare su questo viale è come sfogliare una poesia che non ha bisogno di parole. Il Piemonte in autunno non grida, sussurra. E in quel sussurro c’è tutta la bellezza di ciò che cambia, di ciò che finisce per ricominciare.